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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

sabato 4 ottobre 2014

#5 | Nebbia tra le onde


Nebbia tra le onde

Karen guardava l’oceano scuro, cullata dalle onde, sulla barca a vela. Era una giornata grigia e fumosa. Il vento le scompigliava i capelli e gonfiava la vela bianca. Procedevano a grande velocità, verso nord. Pochi gabbiani volavano leggeri nel cielo, e i loro richiami rauchi riempivano l’aria fredda. Karen e la sua squadra erano partiti la mattina presto, ancora prima che il sole sorgesse, per andare in cerca della balena. Forse sarebbero riusciti a salvare l’irreparabile. Se avessero trovato anche soli pochi esemplari della rara Balena grigia, avrebbero potuto salvarla dall’estinzione. Se.

Omicidio

«Posso affermare con una certa sicurezza che quest’uomo è morto» disse l’uomo in impermeabile, riferendosi al cadavere che giaceva sul pavimento in un lago di sangue, con un coltello di 30 centimetri infilato nel petto. 
    In effetti, era morto davvero.

Supermarket

Era un sabato come tanti altri, e Frank doveva fare la spesa. Impresa da non sottovalutare. Frank si aggirava circospetto tra gli affettati e i formaggi, in cerca della mitica Ricotta DellaValle. Rara quanto la Volpe blu dell’Oklahoma, e quasi come la Volpe azzurra dell’Alabama. Quasi, ma comunque introvabile. 
    All’improvviso una donna sbucò dall’angolo dei sottaceti, e brandendo due sedani e una barbabietola lo aggredì alle spalle.

Onde tra la nebbia

Il tempo era peggiorato. Il mare era mosso, il vento aumentava, ma nonostante tutto Karen era decisa a proseguire. 
    Un’ora dopo scoppiò la tempesta. La piccola barca a vela era sballottata dalle onde. 
    Karen lasciò il ponte e raggiunse la sua cabina. Era giunto il momento di provare la Danza Placa-la-Tempesta-oppure-Muori-Sereno-tra-i-Flutti, un antico ballo Inuit per propiziare il favore del mare. Le era stato insegnato da un’anziana del villaggio in cui era vissuta per un anno intero. Lì aveva trovato un rifugio e una base da cui far partire le ricerche della Balena grigia, ma soprattutto una buona scuola di ballo caraibico e un ristorante di prodotti Inuit tipici che avevano risollevato le sue tristi serate d’inverno.

In cerca di indizi

«Avete ricostruito la dinamica dell’omicidio? No? Ma perché devo fare sempre tutto io!» disse indignato l’uomo in impermeabile. Si chinò ad esaminare il cadavere. Si alzò e girò attorno nella stanza, con sguardo pensieroso. «Sì, sì. Dev’essere andata così» mormorava. «Ecco com’è andata: l’assassino ha preso un coltello. L’ha portato qui con sé, nell’albergo. Ha bussato alla porta della camera. L’ignara vittima ha aperto e... E qui possiamo soltanto immaginare cosa sia accaduto»
    «E’ stato ucciso?»
    «Sì, potrebbe essere un’ipotesi».

Ferite di guerra

Frank era ancora sconvolto per l’assalto. Aveva battuto la testa contro una confezione di formaggio stagionato, ma era sopravvissuto. La signora che gli era, a suo dire, venuta addosso per sbalio, scusa scusa me, io no voleva, si era poi dileguata in fretta, senza lasciare traccia. Ma ormai Frank era abituato alle fughe, alle scortesie, agli assalti alle spalle con sedani e barbabietole. Il supermarket del quartiere era un luogo di lotta per la sopravvivenza: il più forte vince e si accaparra le offerte migliori. Il debole paga.

Tomba di ghiaccio

La danza era riuscita nel modo giusto. Karen ora era stesa nella sua cuccetta, con la testa che le girava e la gola in fiamme per il prolungato cantare. Dopo due ore consecutive era riuscita a far placare la tempesta. Ora gli altri tre membri dell’equipaggio, due fratelli Inuit ed un francese con la puzza sotto il naso, stavano danzando sul ponte il Ballo-della-Pronta-Guarigione-da-Ogni-Malessere-del-Mare, conosciuto anche come Iruk-u-nuk-jafehrgangk-lesvöbbya-ya, ovvero Metti-La-testa-in-giù-e-Trattieni-il-respiro-finché-non-diventi-Blu-e-non-ce-la-Fai-Più. L’equipaggio era stremato già dopo i primi due minuti e mezzo, ma erano determinati a non mollare. Avrebbero fatto di tutto per far star bene Karen, loro grandissima amica e l’unica della squadra in grado di leggere la carta nautica per riportarli a casa. Di tutto.

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