L’uomo sfogliava il libro con frenesia. Aveva
capito, si era ricordato. Aveva ricordato ciò che non si era ricordato per
anni. Il continuo ricordo della dimenticanza gli faceva ricordare i suoi
ricordi d’infanzia, quando giocava nel grande giardino e si dondolava
sull’altalena solitaria. Ma non c’era tempo per divagare.
Ecco,
era arrivato alla pagina che cercava. Sì, proprio come aveva pensato. Ora ne
aveva la conferma definitiva.
«Il
segreto è nei piedi» mormorò tra sé.
Sara
Sara si svegliò di buon’ora quel mattino. Il sole,
la cui luce penetrava nella piccola stanza da una fessura degli scuri dipinti
d’azzurro, le aveva solleticato la guancia con il suo calore, regalandole un
dolce risveglio. Dalla finestra provenivano i rumori della campagna; il lieve
profumo dei fiori riempiva l’aria. Sbadigliando sonoramente, si alzò per
prepararsi un’abbondante colazione. Un ottimo modo per iniziare la giornata.
La signora Dalloway
Clarissa Dalloway era una gentile signora di mezz’età,
anche se a detta dei vicini si sarebbe potuta definire più una vecchia
decrepita pettegola e saccente. Ma a lei non importava. O meglio, non era a
conoscenza del fatto che i vicini avessero una tale opinione di lei. Il che fa
una certa differenza.
Fame
Sara raggiunse la cucina sciabattando
allegramente. Aveva proprio fame. Aperta la dispensa, ne tirò fuori tutto il
necessario per un’abbondante colazione: latte, zucchero, caffè, biscotti al
cioccolato, biscotti di pastafrolla, biscotti alle mandorle, biscotti alle
noci, biscotti al tamarindo, biscotti alla papaya, cereali, yogurt, maionese,
cipolle e formaggio verde. Una dieta ricca ed equilibrata è essenziale per una
vita sana.
Party
Il principale e unico scopo nella vita di Clarissa
Dalloway era organizzare parties. Ai suoi parties prendevano parte tutti le
più importanti personalità: la crema della crema della società.
Ella si
divertiva un mondo in quel giroscopio di colori, musica e persone. Si sentiva
viva. Anche se doveva ammettere a se stessa che non sopportava le persone.
Anzi, le detestava proprio.
Problemi
Sara finì di trangugiare l’ultima lattina di
birra. Quel che ci vuole per digerire un’abbondante colazione. Burp. Sara si alzò dalla sedia,
aggrappandosi al tavolo. Lentamente fece rotolare la sua enorme massa di ciccia
lungo il corridoio, fermandosi contro la porta con un sonoro schianto. Il colpo
fu attutito dal lardo.
Problemi/2
Il principale e unico scopo nella vita di Septimus
Warren Smith, giovane veterano di guerra, era quello di deprimersi e sentirsi
in colpa per la morte in battaglia del suo migliore amico, e di far deprimere e
sentire una mezza calzetta sporca la giovane moglie italiana Lucrezia. Ma anche
perdersi e girovagare a vuoto per
Londra; proprio quello che stava facendo in quel momento. Effettivamente gli
stava riuscendo davvero bene.
Si guardò attorno smarrito, non sapeva dove si
trovava. Avvicinandosi al cancelletto in ferro battuto della casa di fronte,
suonò il campanello.
Oh no,
e ora che c’è?, pensò scocciata la signora Dalloway. Quel giorno non aveva
tempo per i contrattempi: doveva organizzare il suo party!
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