Big Ben
La torre dell’orologio scandì l’ora con i suoi
sonori rintocchi, che attraversarono Londra da un capo all’altro. Erano le due
del pomeriggio, e un tiepido sole primaverile illuminava le vie della City.
Tutto ciò non impediva a Clarissa Dalloway di essere seccata. Qualcuno aveva
suonato alla porta, ma in quel momento non aveva tempo per i contrattempi.
Doveva organizzare il party per quella sera.
Bang Bang
Una raffica di proiettili bucherellò in un istante
la lamiera dell’auto di servizio. Brutta situazione, pensò l’ispettore Ed.
Situazione di cacca, per essere precisi. L’inseguimento durava ormai da venti
minuti, e non se ne intravedeva ancora la fine.
«Svolta
a destra! Li prendiamo di sorpresa sulla Quinta Strada!»
«Ma, il
regolamento…»
«Al
diavolo il regolamento, agente Tucker! Niente discussioni, mi sono spiegato?! ».
Novellini.
Din don
Il campanello persisteva nel suo allegro trillare,
indifferente all’ira crescente della signora Dalloway. Anch’ella appariva
indifferente all’insistenza del fastidioso scampanellio, ma fingeva, nella
speranza che lo sciagurato seccatore si arrendesse.
Inutile.
Perseverava.
Driiin
Septimus Warren Smith si stava divertendo. Non si
era mai divertito tanto in vita sua. Da almeno quindici minuti era impegnato a
suonare ininterrottamente il campanello della vecchia casa che gli stava di
fronte, e nessuno gli aveva ancora aperto. Che cosa buffa.
Mani in
alto!
«… Questa è una rapina!».
L’ispettore
Ed si schiaffò una mano sulla fronte, procurandosi un’improvvisa fitta di
dolore, che andava a sommarsi all’emicrania di quel mattino. Maledizione!
«No,
Agente Tucker. Si dice “siete in arresto”, non “questa è una rapina”…»
«Scusi, capo» disse quello con voce
sbiascicata e sguardo vuoto, «mi sono lasciato prendere dal momento…».
Nota
importante, si disse, controllare le precedenti esperienze dell’agente
Tucker…
Squoooosh
Un tuono annunciò l’arrivo della pioggia, che non
si fece attendere. Dannazione, pensò Frank.
Avanti!
Lucy, la domestica, scese a precipizio le scale,
rassettandosi il grembiule macchiato. Grave mancanza, pensò tra sé Mrs.
Dalloway. Una macchia sulla divisa di una domestica era una macchia sulla loro
casa e sull’intera famiglia, un’onta all’onore e alla rispettabilità dei
Dalloway. Poteva addirittura compromettere la buona riuscita del party di
quella sera.
«Ma non
apre?»
«Come?».
Si accorse di avere un’espressione ebete dipinta sul volto. Non doveva perdersi
nelle sue fantasticherie, come al solito. Non quel giorno, non quella sera, la
sera del party. Si chiese se gli antipasti di uova di struzzo e caviale
sarebbero stati apprezzati a sufficienza. Forse avrebbe dovuto optare per le
ostriche.
«Signora?».
Troppo
tardi. «Oh, sì, il campanello. Non lo… ehm… l’ho appena sentito, sì»
«Ma
sarà da mezzora che continua a suonare!»
«Sì,
be’…». Che insolente! Ma come si permetteva! L’avrebbe licenziata più tardi. «Orsù,
che aspetti? Va’ ad aprire!».
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