Preview

"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

domenica 25 gennaio 2015

#15 | Vecchie cicatrici


Vecchie cicatrici

L’interno della cella era freddo e buio. Solo una sottile lama di luce fendeva l’oscurità: giungeva dall’alto, dalla piccola apertura con le sbarre di ferro.
    Luke era seduto sulla panca fredda, con la testa fra le mani. Pensava al vecchio conto in sospeso. Quella notte stessa sarebbe uscito da quella stramaledetta prigione che puzzava di muffa. Aveva un piano; non doveva far altro che metterlo in pratica.

Samantha

Samantha, la vecchia Samantha, la vecchia Sam, era uscita nella brezza del mattino, in quella splendida giornata di primavera. Era stata a prendere il letame per i suoi amati fiori, là, all’Emporio del Pescatore, sulla collina. Era tornata sudata e affaticata, nonché tremendamente maleodorante, con il suo sacco di concime sulle vecchie spalle rattrappite. Aveva posato il sacco e aveva aperto la vecchia porta dipinta di verde della vecchia casa sulla scogliera. Non le era bastato molto per capire che qualcosa non andava.
    «Qui c’è puzza di morto», aveva sentenziato.
    E non era il letame.

Evasione

Ben amava i turni di notte. Non c’era mai niente da fare, e poteva appisolarsi alla guardiola senza paura di essere ripreso dal superiore. Il lavoro nel carcere non era certo facile, ma ci si abituava in fretta. Eppure… quella sera c’era qualcosa di diverso nell’aria. Cipolle? No, quello erano i resti del pranzo… Annusò più profondamente. Tamarindo? Lavanda? No… Rosmarino? Gomma bruciata? Nemmeno. Gas soporifero.

Puzza di morto

«Ah, ecco, mi sembrava».
    Samantha era entrata in salotto. Non si era sbagliata. Il povero tappeto era tutto macchiato di rosso. Accanto, a terra, giaceva il suo vecchio marito.
    «Samantha? Samantha, sei in casa?».
    Qualcuno si stava avvicinando. Era la vecchia Bet, la loro… La sua vicina.
    «Ho visto la porta aperta e così sono… Oh cielo!». Bet si coprì la bocca con la mano. «Aiuto! Aiuto! Omicidio!», gracchiò con voce stridula.

Ed

Brutta storia, brutta storia davvero. Quando era corso nella direzione da cui era provenuto il grido, si era ben presto ritrovato in una situazione poco piacevole. Erano subito arrivati anche gli agenti di polizia del luogo, ma gli era stato permesso, anzi, chiesto di rimanere, dopo che aveva mostrato il distintivo. La vittima giaceva su un consunto e logoro tappeto, con gli occhi sbarrati. Un colpo di pistola, dritto in fronte. Aveva ascoltato i testimoni, e non sapeva proprio che pesci prendere. Non sapeva dire quale delle due vecchiette fosse peggio: la vecchia sudata, urlante e in preda al panico o quell’altra, dallo sguardo di ghiaccio e dalla stretta di ferro. Era la moglie della vittima. Si chiamava Samantha, la vecchia Samantha. Aveva letto nei suoi occhi fieri uno sguardo beffardo, quasi di sfida. Ma l’ispettore Ed non era tipo da farsi intimidire facilmente.

Vendetta

Libero. Finalmente. Dopo trent’anni metteva piede fuori dal carcere. Dopo trent’anni, Luke assaporò la tanto sospirata libertà. Puzzava di formaggio rancido. Ma era libertà. Dietro di lui le sirene del carcere lanciavano il loro allarme nella notte umida di San Francisco. Iniziò a correre a perdifiato, a ridosso dell’alto muro tappezzato di pubblicità. Non incontrò nessuno. Tutti a nanna, a quell’ora. Meglio per lui. Svoltò in un vicolo deserto e si fermò dietro un cassonetto per prendere fiato. Lo sguardo gli cadde su un foglio di giornale, a terra. Era la prima pagina del quotidiano locale: “Frank, l’eroe dei gabbiani grassi”, con tanto di foto.
    Ha! Dopo tutti quegli anni… Il destino era per una volta dalla sua. Avrebbe avuto la sua vendetta.

Nessun commento:

Posta un commento