Un risveglio
inaspettato
Quando aprì gli occhi, faticò a mettere a fuoco
l’ambiente attorno. Il mondo gli ondeggiò davanti in un muro di sfumature di
grigio, che pulsavano a tempo con le dolorose fitte alla testa. Sbatté le
palpebre. Aveva una gran voglia di stropicciarsi gli occhi, ma qualcosa gli
bloccava le mani dietro la schiena. Si rese conto di essere disteso a terra,
sul braccio destro ormai intorpidito, con le mani legate dietro la schiena e un
bavaglio stretto fra i denti.
Arte
Mark Rokvensson faceva il critico d’arte. In quel
momento si trovava in un prestigioso museo svizzero, alla rassegna d’arte
contemporanea di Zurigo. Era lì per lavoro, naturalmente.
«Mm»
mormorò fra sé.
“Delicato e armonioso, ma tragico e
sottilmente irriverente al contempo”, si appuntò sul quadernino nero. Girò
pagina, e passò all’opera successiva.
Tiffany
guarda l’orologio mentre il cielo è grigio, e sono le cinque
Il cielo era grigio quel giorno. Tiffany guardò
l’orologio. Erano le cinque. E il cielo era grigio.
Cose
Il quadernino nero gli
cadde di mano. Mark Rokvensson non si chinò a raccoglierlo, ne si preoccupò di
mascherare l’espressione di stupore assoluto. Rimase lì, a bocca aperta, a
fissare la scultura di metallo contorto e lucente.
«L’armonia delle forme, l’equilibrio della
composizione… L’evoluzione prodromica dei rapporti geometrici in asse spiralica
di proiezione alla sommità dell’astrazione essenziale… Non.. non ho parole per
descrivere… per descrivere questa… questa…». Deglutì. Gli occhi spalancati per
l’emozione. «… Cosa».
Stephen
attraversa la strada di corsa, prima che il semaforo per i pedoni diventi rosso
Uff, per un pelo.
La traccia
sfuma
Mark Rokvensson fece le sue ricerche. Doveva
assolutamente sapere chi era l’autore di quel “Morte alla balena in sfumature
di grigio”. Tutto quello che riuscì a trovare nel registro del museo fu il nome
d’arte dello scultore, tale “Nella-tua-ombra-io-posso-splendere”. Ma non aveva
mai sentito nessuno presentarsi con quel nome.
Dev’essere uno di quegli artisti indipendenti
che non frequentano i circoli convenzionali.
Dannazione,
doveva assolutamente rintracciarlo. Poteva rivelarsi il nuovo Picasso. Una
svolta epocale per la storia dell’arte. E una svolta epocale per la sua
carriera di critico.
Qualcosa
non quadra
Finalmente la vista gli si schiarì. Girò la testa
quel poco che poté, grattando la guancia sul pavimento di cemento. Un raggio di
luce filtrava dall’esterno, illuminando debolmente l’ambiente. Era una stanza
piccola, ingombra di casse e altri oggetti coperti da teli di plastica. A
terra, davanti a lui, appoggiato alla parete, un quadro di una ballerina in
tutù rosa, distesa su un fianco, con la faccia dipinta da clown.
No, aspetta.
Non era
un quadro. Era uno specchio.
La trama s'infittisce!
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