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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

martedì 10 febbraio 2015

#16 | Sfumature di grigio


Un risveglio inaspettato

Quando aprì gli occhi, faticò a mettere a fuoco l’ambiente attorno. Il mondo gli ondeggiò davanti in un muro di sfumature di grigio, che pulsavano a tempo con le dolorose fitte alla testa. Sbatté le palpebre. Aveva una gran voglia di stropicciarsi gli occhi, ma qualcosa gli bloccava le mani dietro la schiena. Si rese conto di essere disteso a terra, sul braccio destro ormai intorpidito, con le mani legate dietro la schiena e un bavaglio stretto fra i denti.

Arte

Mark Rokvensson faceva il critico d’arte. In quel momento si trovava in un prestigioso museo svizzero, alla rassegna d’arte contemporanea di Zurigo. Era lì per lavoro, naturalmente.
    «Mm» mormorò fra sé.
    “Delicato e armonioso, ma tragico e sottilmente irriverente al contempo”, si appuntò sul quadernino nero. Girò pagina, e passò all’opera successiva.

Tiffany guarda l’orologio mentre il cielo è grigio, e sono le cinque

Il cielo era grigio quel giorno. Tiffany guardò l’orologio. Erano le cinque. E il cielo era grigio.

Cose

Il quadernino nero gli cadde di mano. Mark Rokvensson non si chinò a raccoglierlo, ne si preoccupò di mascherare l’espressione di stupore assoluto. Rimase lì, a bocca aperta, a fissare la scultura di metallo contorto e lucente.
    «L’armonia delle forme, l’equilibrio della composizione… L’evoluzione prodromica dei rapporti geometrici in asse spiralica di proiezione alla sommità dell’astrazione essenziale… Non.. non ho parole per descrivere… per descrivere questa… questa…». Deglutì. Gli occhi spalancati per l’emozione. «… Cosa».

Stephen attraversa la strada di corsa, prima che il semaforo per i pedoni diventi rosso

Uff, per un pelo.

La traccia sfuma

Mark Rokvensson fece le sue ricerche. Doveva assolutamente sapere chi era l’autore di quel “Morte alla balena in sfumature di grigio”. Tutto quello che riuscì a trovare nel registro del museo fu il nome d’arte dello scultore, tale “Nella-tua-ombra-io-posso-splendere”. Ma non aveva mai sentito nessuno presentarsi con quel nome.
    Dev’essere uno di quegli artisti indipendenti che non frequentano i circoli convenzionali.
    Dannazione, doveva assolutamente rintracciarlo. Poteva rivelarsi il nuovo Picasso. Una svolta epocale per la storia dell’arte. E una svolta epocale per la sua carriera di critico.

Qualcosa non quadra

Finalmente la vista gli si schiarì. Girò la testa quel poco che poté, grattando la guancia sul pavimento di cemento. Un raggio di luce filtrava dall’esterno, illuminando debolmente l’ambiente. Era una stanza piccola, ingombra di casse e altri oggetti coperti da teli di plastica. A terra, davanti a lui, appoggiato alla parete, un quadro di una ballerina in tutù rosa, distesa su un fianco, con la faccia dipinta da clown.
    No, aspetta.
    Non era un quadro. Era uno specchio.

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