Sfumature
«Mm». Frank era perplesso. Mm. Squadrò meglio la
piantina dell’aeroporto disegnata sulla parete, in cerca dell’uscita. Dunque,
mm. Aveva seguito la linea gialla fino al secondo corridoio, poi era sceso… No,
no. Aveva seguito la linea ocra, poi aveva svoltato a sinistra, e poi a destra.
Mm. O la linea giallo panna?
Giallo al
cantiere
Il commissario Laurent era seccato. Davvero
seccato. Strinse il bicchiere di plastica del mocaccino nella mano, fino ad
accartocciarlo.
«Agente
Scott!».
L’agente
Scott entrò spalancando la porta dell’ufficio. Le tendine che coprivano il
vetro della porta sbatterono. «Sì, commissario?»
«Agente speciale
Scott». Il commissario Laurent tamburellò con le dita sulla scrivania. Aveva
un’aria piuttosto contrariata. «Ha appena telefonato il sindaco. Non è affatto
contento».
L’agente
speciale Scott rimase in silenzio.
«Da
quant’è che va avanti questa storia, agente speciale Scott?»
«Da… Be’,
se intende il caso dell’omicidio al cantiere…»
«Abbiamo
forse altri casi al momento, agente speciale Scott?»
«N-no»
«Per
l’appunto»
«Be’… Il
caso dell’omicidio sul cantiere…». L’agente speciale Scott si grattò con una
mano dietro la nuca, asciugando con l’altra una goccia di sudore sulla fronte .
«Saranno tre mesi. Sì, almeno tre mesi».
«Per
essere precisi sono quasi quattro. E brancoliamo ancora nel buio».
Formaggio
Sara aveva trovato un nuovo hobby. In realtà era
stata un po’ costretta, a trovarsi un nuovo hobby. Era stata obbligata. Dal
medico. “Deve fare più attività fisica, sa? Più attività fisica e stare molto
all’aria aperta. Come crede che le scompaia tutta quella orribile ciccia
strabordante che si trascina dietro, altrimenti?” le aveva detto, mentre si
sistemava gli occhialetti sul naso adunco.
Aveva
cominciato con lo stare all’aria aperta. Ci aveva messo ben venticinque minuti
per uscire e sedersi davanti a casa, diciotto dei quali solo per riuscire a
disincastrarsi dalla porta d’ingresso. Diciotto minuti di sudato tormento. Per
l’attività fisica… Be’, c’era tempo.
Ora era
in giardino, seduta su una seggiola di vimini scricchiolante davanti alla tela
bianca. Con le dita tozze impugnava un pennello. All’inizio avrebbe voluto di
dipingere i papaveri, quel magnifico campo di papaveri rosso papavero che si
stendeva davanti alla sua bella casetta. Ma aveva finito il rosso. Per non
parlare del rosso papavero. Aveva solo il grigio. E il giallo. Iniziò a
dipingere la fetta di formaggio che si era portata per la merenda.
Ancora
giallo
L’ispettore
Ed era seccato. Molto seccato. Aveva già interrogato la testimone, nonché, per
quanto lo riguardava, la principale sospettata di quell’orrido crimine nella
casetta sulla scogliera. Samantha, la vecchia Samantha. Amante dei fiori,
fedina penale pulita, detesta il caffè e i ficcanaso. Colore preferito giallo
limone. Questo era tutto quello che erano stati in grado di dirgli gli agenti.
Un pessimo inizio.
Sempre
più giallo
Il commissario Laurent era seccato. Molto seccato. Erano
passati più di tre mesi, e ancora non avevano ottenuto nessun risultato
dall’indagine. Non uno straccio d’indizio, non uno straccio di prova, non uno
straccio di traccia. Brancolavano nel buio più totale. Bussarono alla porta.
«E ora che c’è?»
sbottò infuriato. «Vi ho detto che non voglio essere disturbato se non è
assolutamente necessario!» Era nervoso, oh se era nervoso. Avrebbero fatto bene
a non innervosirlo ulteriormente.
«E-hm… C-capo?». Gli
spessi occhiali dell’agente Cowalsky si affacciarono cauti da dietro la porta
dell’ufficio. «C’è il sindaco al telefono. Di-dice che è urgente»
«Umpf. Passami la
chiamata»
«S-subito capo». La
porta si richiuse. Il commissario Laurent alzò la cornetta del telefono sulla
scrivania. «Signor sindaco! Cosa…? Il caso sul cantiere, sì. No. No. Nessun
progresso, no. Sì, tre mesi. Quasi quattro, sì. Ecco, noi… Stiamo facendo il
possibile, sa. Abbia-». La porta dell’ufficio si aprì di nuovo. Era l’agente
speciale Scott. Il commissario gli fece cenno di tacere.
«Come dice, signor
sindaco? Cosa? Un altro… Un altro omicidio? Un cadavere nello stesso cantiere?
Un ALTRO cadavere?». La cornetta gli scivolò di mano. Cadde con un tonfo sordo a
terra.
«Capo, si sente
bene? Ha uno strano colorito… giallo».
Giallo è il colore!
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