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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

martedì 5 maggio 2015

#22 | Domande.



Autunno

Le foglie ingiallirono e caddero. Piovve. Era iniziato l’autunno. Virginia si alzò tardi quel mattino.

Domande

Era una splendida giornata di sole, e lui se ne stava seduto lì, assaporando quel momento di pace;  il profumo dell’erba appena tagliata riempiva il giardino. La faccia sorridente della bambina, un visino paffuto con due occhietti vivaci, sbucò da dietro l’angolo della grande casa. Lui le sorrise di rimando, e lei si nascose, divertita; si sporse ancora, sbirciando con un occhietto scuro dal bordo del muro.
   «Ciao!» le disse. Lei sbucò dal suo angolino ridendo, e gli passò davanti di corsa, verso l’altro angolo del giardino.
   «Nina! Vieni qui, non correre che cadi e ti fai male!». La voce della madre giungeva dal lato della casa dove prima si nascondeva Nina. La donna, dalla figura esile e minuta, svoltò l’angolo e gli venne incontro. Portava un vassoio con delle tazze fumanti. «Ecco, ti ho preparato il tè». Lo raggiunse e gli si sedette a fianco sulla panca, porgendogli una delle tazze prese dal vassoio.
   «Grazie», le disse. «Ma…»
   «Che c’è, caro?»
   «Ma io, chi sono?»

Polvere

Saltò la colazione e passò direttamente al pranzo. Ormai era mezzogiorno passato.  Lasciò i piatti a mollo nel lavello, già stracolmo dalla sera prima. Dette un’occhiata in giro, contemplando quella desolazione. Non solo la cucina era un disastro, ma anche il salotto, con il divano e le poltrone coperte di polvere, era in condizioni pietose. Il tappeto era lurido e macchiato di unto, il lampadario al centro della stanza pendeva sbilenco. Ai lati della porta d’ingresso, i due grandi vasi ospitavano piante ormai secche e morte. E la situazione non migliorava al piano di sopra.
   «Così non va, Virginia» si disse. «Devi fare qualcosa.» Già, ma da dove cominciare?

Frank

Frank soffriva di mal d’aria. Aveva sempre sofferto di mal d’aria. Fin da quando un giorno la zia Desy l’aveva portato a visitare il museo dell’aeronautica Militare di Pennington. Solo la vista degli arei gli aveva provocato la nausea. Da allora ne aveva sempre sofferto. E ogni volta se ne dimenticava, dannazione!  
    Distolse lo sguardo dal finestrino dell’aereo, sforzandosi di trattenere i conati. Pensando alla crociera che lo attendeva. Sperò di non soffrire il mal di mare.

Caro Leonard

«Virginia, su. Non puoi farcela da sola». Alla fine si decise. Tirò fuori i fogli da lettere dal cassetto della polverosa scrivania. Prese la penna. Sospirò. Detestava chiedere aiuto. Caro Leonard, …

Risposte

«Devi capire chi sei» gli disse la donna, scostandosi una ciocca di capelli neri che le era scivolata sulla fronte. Era china ad accarezzare il gatto grigio che era sbucato dalla siepe, ora disteso sull’erba. Il gatto lo osservava con i suoi occhi gialli. «Devi capire prima chi sei, per sapere dove stai andando». Il gatto si divincolò dalle carezze della donna. Con un balzo leggero saltò sulla panca, e iniziò a strusciarglisi addosso, facendo le fusa.
   «Mm. Va bene» mormorò lui, «va bene, ho capito».

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