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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

sabato 6 giugno 2015

#23 | Sviluppi.



Inyoshedo

Il vecchio Inyoshedo si alzò di malumore, quella mattina. Aveva dormito male. Un brutto sogno aveva agitato il suo sonno. E un brutto sogno, si sa, è come una tempesta che travolge il mare. Anche quando è finita, le acque rimangono torbide a lungo. Qualcosa sarebbe accaduto. Presto.

Karen

Provò ancora una volta a chiudere la valigia, con uno sbuffo. Aveva messo l’indispensabile, quello di cui proprio non poteva fare a meno, ma sembrava che non fosse ancora abbastanza. A malincuore decise di togliere il busto in marmo della prozia. Finalmente i ganci della valigia scattarono.

Samantha

A Samantha non piaceva quel tipo. Quello, sì, lo sbirro. Lo aveva visto subito, lo aveva notato subito: quello non era uno sbirro qualunque, nossignore. Quello era un signor sbirro. Non era di quelle parti, non avrebbe dovuto interferire, eppure lo avevano lasciato fare. Doveva essere un tizio importante. Bah.

Frank

Era resistito alle turbolenze dell’atterraggio. Ed era ancora vivo. L’unico pensiero che gli aveva permesso di trattenere il vomito era stato il premio. Il premio che gli era stato conferito per l’eroico salvataggio del tizio-gabbiano. Una crociera da sogno. «Pacifico sto arrivando!».

George

George fu dimesso dall’ospedale dopo tre settimane. Non era ansioso di tornare a casa. Non era ansioso nemmeno di andare da qualche parte in particolare. Non era ansioso e basta, ecco.

Luke

Viveva in una casa abbandonata, alla periferia della città. I poliziotti lo cercavano ancora, di sicuro, ma lì non avrebbe avuto problemi per un po’. Doveva rintracciare quell’uomo. Maledetto. Gli aveva rubato la gioventù, ma ora avrebbe finalmente pagato per questo.

Lara

Viveva in una casa malandata, alla periferia della città. Era ora di fare pulizia. Era ora di cambiare vita. Non aveva mai avuto abbastanza coraggio per farlo, non aveva mai avuto abbastanza determinazione, non aveva mai avuto abbastanza soldi per comprare un orologio. Ma ora aveva quell’orologio, finalmente. Non avrebbe più perso nessun autobus, né treni, né taxi. Fece la valigia, scrisse una lettera.

Clarissa

Viveva in una casa ben arredata, vicino al centro città. Clarissa Dalloway amava quelle spesse mura bianche. E il giardino. Quell’immenso giardino con al centro una fontana di pietra grigia. Ah, non avrebbe potuto desiderare di più. Eppure, ogni volta che camminava lungo il vialetto di quello straordinario giardino, non poteva fare a meno di ripensare ai bei tempi andati, a Bourton, a Peter e Sally. Ah, bei tempi, quelli. Non poteva fare a meno di provare una certa malinconia. I rintocchi del Big Ben la distolsero dai suoi pensieri. Non avrebbe dovuto essere così scortese con Peter. E forse nemmeno con quel… quel… vagabondo? Spazzino? Mendicante? Giornalaio? Ad ogni modo, non avrebbe dovuto essere scortese affatto. Doveva essere la perfetta padrona di casa. Doveva ultimare i preparativi per il party. Doveva comprare dei fiori.


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