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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

mercoledì 30 settembre 2015

#25 | Herb.

Alba

L'autobus inchiodò sferragliando davanti alla fermata, un'ombra emersa dalla nebbia densa delle 6.30. La portiera si aprì con un cigolio. 
    «Biglietto o abbonamento.»
    «Lo sai che non ce l'ho, Steve.» 
    «Mm.» Il brontolio dell'autista si trasformò in una nuvoletta di vapore, nell'aria fredda del mattino. «Dai, sali» bofonchiò, «ma questa è l'ultima volta, capito?» 
    «Ok, ok Steve. Promesso.» 
    L'autobus ripartì sferragliando per la via buia.

Boscosità: nobil poeta

Boscosità è perdersi nel verde, perdersi e non tornare indietro
Provare a trovare il sentiero, breccia tra le foglie nuove silvane. Jane.

Atteggiamenti

L'autobus era vuoto. Avanzò barcollante tra le due file di sedili, aggrappandosi alle maniglie per non cadere. No, si era sbagliato, non era vuoto: una vecchietta, tutta intabarrata nel suo pesante scialle di lana rosa, era seduta in fondo sulla destra, dove la luce dell'unico faretto rimasto non arrivava. 
    «’giorno» grugnì lui passandole accanto. Quella non parve aver sentito. «Vecchia carampana.» Ma guarda tu che gente. Si lasciò cadere a peso morto sull'ultimo sedile.

Blasonato poeta

Brindo, io buon poeta, a me stesso medesimo dallo stile sublime
Baldoria è sinonimo di festa, ma è una festa che non arriverà

Attesa

L’autobus lo lasciò all’ultima fermata, quella di piazza XVI maggio. Scese per ultimo, in fondo alla coda di turisti canadesi che si arrabattavano per scaricare gli zaini. Si voltò a guardare l’autobus che si allontanava nel traffico, toccandosi il cappello per salutare Steve, ma lui sembrò non accorgersene; forse era già troppo lontano. Forse l’aveva ignorato. Bah.
    Il sole illuminava la piazza, in un via vai frenetico di gente. Era ora di darsi da fare. Frugò nella tasca della giacca consunta, e ne tirò fuori il pezzo di cartone del martedì. Mm. Aveva i bordi tutti sgualciti, e iniziava ad ingiallire. E poi non era neanche martedì. Oh, pazienza. Non è che qualcuno ci avrebbe fatto caso, dopotutto. Si sedette nel solito angolino, accanto al lampione, all’imbocco della quindicesima. Si tolse il cappello e lo appoggiò sulle pietre lisce della via, appoggiandovi il cartello e facendo attenzione che la scritta sbavata fosse bene in vista. Si fregò le mani. E anche quel giorno iniziava la lunga attesa.
    I primi spiccioli arrivarono tintinnanti dopo pochi minuti.

Boiate, o il poeta fallito

Forse quello che scrivo non ha senso. Forse dovrei smettere di scrivere
tutto questo. Ma la mia coscienza mi suggerisce delle vere… boiate

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