Ed eccoci qui, ciurmaglia, con il consueto
appuntamento halloweeniano!
Il post dell’anno scorso era dedicato alla nave
fantasma per antonomasia, l’Olandese Volante, il temibile veliero condannato a
solcare i mari in eterno, fino alla fine dei tempi. Ma si sa, il Mare è pieno
di storie spaventevoli e misteriose, storie di mostri marini e navi fantasma,
adatte a queste cupe sere d’autunno.
L’Olandese Volante rappresenta certamente l’emblema di Nave Fantasma come viene narrata nelle leggende: l’ombra terrificante di un vascello, che solca il mare assieme alle anime del suo equipaggio maledetto. Tuttavia, esistono altri casi, episodi realmente documentati rimasti senza spiegazione, in cui si indica con il termine di nave fantasma tutte quelle navi ritrovate in mare in circostanze poco chiare, senza alcuna traccia dell’equipaggio.
Il più famoso è il caso della Mary Celeste, un brigantino americano
ritrovato nel 1872 alla deriva verso lo Stretto di Gibilterra: a bordo non vi
era nessuno, e mai si seppe cosa ne era stato dell’equipaggio.
La nostra spaventosa storia, dunque, inizia nel lontano 1861, anno in cui scoppiò la guerra di secessione americana, anno in cui fu proclamato il Regno d’Italia, anno in cui, il 18 maggio, fu varata la Amazon. Già, perché questo era il nome originario della nave.
Immagine a
titolo dimostrativo.
Il prodotto
potrebbe differire sostanzialmente dalla raffigurazione riportata.
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La Amazon si rivelò fin da subito per essere una
nave particolarmente sfortunata, ed è per questo interessante addentrarsi nelle
sventurate vicende che la accompagnarono dal principio fino alla fine.
Fu costruita in Nuova Scozia, Canada, e registrata
il 10 giugno 1861. Lunga 30,3 metri e con una stazza lorda di 198,42
tonnellate, apparteneva originariamente ad un consorzio locale di nove persone,
tra cui Robert McLellan, che ne fu
il primo capitano.
Durante il viaggio inaugurale, a pochi giorni dalla
partenza, McLellan si ammalò di polmonite e morì. Il comando passò quindi a John Nutting Parker, che continuò il
viaggio.
Nel proseguire la navigazione, la Amazon incontrò ulteriori disavventure:
entrò in collisione con attrezzature per la pesca vicino a Eastport, nel Maine,
e, dopo aver raggiunto e lasciato Londra, si scontrò con un brigantino nel
Canale della Manica, provocandone l’affondamento.
Due anni più tardi, Parker lasciò, e divenne
capitano William Thompson per i
successivi quattro. Nell’ottobre del 1867 la nave rimase incagliata nella Baia
di Glace, Nuova Scozia, a causa di una tempesta, e venne danneggiata a tal
punto che fu abbandonata, e acquisita poco tempo dopo come relitto da un uomo
del posto.
La proprietà della nave passò infine a Richard W. Haines, un marinaio americano
di New York, che pagò 1.750 dollari per l’acquisto e ben 8.825 dollari per le
riparazioni. Nel dicembre del 1868 la nave fu registrata come vascello
americano, sotto il nuovo nome di Mary
Celeste.
Un anno più tardi, la nave venne confiscata dai
creditori di Haines e venduta ad un
consorzio di New York diretto da James H. Winchester. Subì inoltre importanti
lavori di modifica, che ne ampliarono le dimensioni e la stazza. Nel 1872 la proprietà della nave
era attribuita per metà a Winchester, con sei dodicesimi, a due investitori
minori con un dodicesimo ciascuno, e per i rimanenti quattro dodicesimi a Benjamin Spooner Briggs, il nuovo
capitano.
Nell’ottobre di quell’anno, Briggs prese il comando
della nave per quello che sarebbe stato il primo viaggio dopo le modifiche, da
New York fino a Genova. Fece in modo che la moglie (nonché cugina) Sarah
Elizabeth Cobb e la figlia Sophia Matilda lo accompagnassero nel viaggio,
mentre il figlio maggiore, Arthur, rimase a casa per frequentare la scuola.
Briggs scelse l’equipaggio con cura. Ne facevano
parte il primo ufficiale Albert Richardson, marito di una nipote di Winchester,
il secondo ufficiale Andrew Gilling, newyorchese di origini danesi, Edward
William Head, amministratore e cuoco raccomandato personalmente da Winchester;
i marinai tedeschi Volkert e Boz
Lorenzen, Arian Martens e Gottlieb Goodschaad dalle isole Frisone.
Il 20 ottobre Briggs giunse al molo per
supervisionare il carico della merce: 1.701 barili di alcol denaturato per usi
industriali. Martedì 5 novembre, giorno scelto da Briggs per la partenza, la Mary Celeste entrò nel porto di New
York, ma il tempo incerto costrinse il capitano a rimandare, in attesa di
condizioni migliori.
Due giorni dopo, il 7 novembre, la nave salpò.
In quegli stessi giorni si preparava a partire
un’altra nave, la Dei Gratia,
capitanata da David Morehouse, diretta a Gibilterra, che avrebbe seguito la
stessa rotta generale della Mary Celeste.
La Mary Celeste in un dipinto del 1861.
Non proprio la tipica nave fantasma.
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E qui la nostra storia si interrompe bruscamente,
per riprendere soltanto un mese più tardi.
Il giorno 4 dicembre, al largo tra le isole
Azzorre e la costa del Portogallo, il timoniere della Dei Gratia riportò l’avvistamento di un vascello alla deriva a
circa sei miglia di distanza, diretto a vele spiegate verso lo stretto di
Gibilterra. Il capitano Morehouse, insospettito dalla strana posizione delle
vele e dall’andamento instabile della nave, fece avvicinare la Dei Gratia. Il ponte del brigantino
avvistato era apparentemente deserto, senza alcuna traccia dell’equipaggio.
Nessuna risposta fu data ai segnali inviati dal
capitano, che decise dunque di mandare Oliver Deveau e John Wright, primo e
secondo ufficiale, a cercare di capire cosa fosse successo. I due scoprirono
che si trattava proprio della Mary
Celeste, partita da New York poco prima della Dei Gratia.
Una volta a bordo, non trovarono anima viva.
***
Cosa sarà successo a Briggs e alla sua ciurma?
Ecco QUI il post con la seconda parte!
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Link utili
- Clicca qui per saperne di più sul conto di Benjamin Spooner Briggs.
- Qui la posizione della Dei Gratia al momento in cui venne avvistata la Mary Celeste.
- Per vincere un fantastico premio invece qui.
- L'immagine della zucca all'inizio del post è stata presa da questa pagina.
P.S. La Amazon.com, Inc. non mi paga per la pubblicità. Così, per dire.
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