Preview

"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

mercoledì 11 novembre 2015

#27 | Tramonto, tristezza e (tanto) traffico.



Tramonto

L’autobus inchiodò sbuffando davanti alla fermata, una sagoma scura stagliata contro il tramonto delle 6.30. La portiera si aprì con un cigolio.
   «Biglietto o abbonamento.»
   «Lo sai che non ce l’ho, Jo. Non me lo posso permettere.»
   «Mm.» Il disco arancione del sole si rifletteva negli occhiali scuri dell’autista, mentre lo squadrava dall’alto in basso. «Dai, sali» sospirò, «ma è l’ultima volta, eh. Che poi mi fanno storie se lascio salire la gente senza biglietto.»
   «Ok, ok Jo. Grazie, sei un amico.»
   L’autobus ripartì sbuffando lungo la via illuminata dagli ultimi bagliori del tramonto.

Traffico

«Mi scusi, manca ancora molto alla stazione?» Karen iniziava a spazientirsi. Guardò l’orologio: le una e venti. Da diversi minuti erano bloccati nel traffico, e la strada non accennava a liberarsi.
   «Mah, saranno dieci minuti» rispose il tassista. «Dieci-dodici minuti. Facciamo quindici, va’. Che ce la prendiamo con calma, con questo traffico.» Sbadigliò. «Ma dove corre tutta ‘sta gente poi, vorrei proprio saperlo.»

Tristezza

L’autobus era vuoto.
    Avanzò stanco tra le due file di sedili. Era stata una giornata dura. Dura e fredda come il pavimento della piazza su cui era stato seduto tutto il giorno.
   No, si era sbagliato, l’autobus non era vuoto: una signora di mezza età sedeva nel penultimo sedile a destra. Stringeva a sé una borsetta rosa.
   «’Sera» disse lui passandole accanto. Non ottenne risposta. Si accorse che stava singhiozzando. «Signora, va tutto bene?»
   La donna si voltò a guardarlo, gli occhi arrossati dal pianto e le guance rigate di lacrime. Lui frugò un attimo nella tasca della giacca e ne estrasse un fazzoletto. Glielo porse.

Tanto traffico

«Mi scusi, ma quindici minuti sono passati. E non ci siamo mossi.» Karen era spazientita.
   «E chi le ha detto che ci saremmo mossi? C’è traffico non vede? Come facciamo a muoverci se c’è così traffico, me lo spiega?»
   «Me l’ha detto lei che saremmo arrivati in dieci minuti alla stazione! Io devo essere là fra dieci minuti! Dieci minuti contati. Ho un treno da prendere, io.»
   «Buon per lei che prende il treno. Io invece sono qui e mi tocca guidare il taxi. E per di più in mezzo al traffico. Certo che la vita è ingiusta, non crede?»

Trovare la strada giusta

La donna ora non piangeva più, e sul suo volto era riaffiorato un timido sorriso. In compenso aveva dato fondo a tutta la sua scorta di fazzoletti, che ora giacevano appallottolati in una montagnola sotto i sedili.
   «Oh, la ringrazio» stava dicendo, «la ringrazio davvero. Non so proprio come avrei fatto senza di lei. Sa, gli ultimi fazzoletti li avevo usati giusto ieri, sull’urbano delle sedici e quaranta. Se mi fossi fermata prima per comprarli non sarei riuscita a prendere l’autobus.» La voce le tremò un poco. «Sa, adesso non perdo più nessun autobus.» Gli mostrò l’orologio che aveva al polso. «Nossignore, nemmeno un autobus.» Sorrise beata.
   «Ehm.. d’accordo signora. Felice di essere stato d’aiuto. È sicura che adesso è tutto a posto?»
   «Sì, sì, certo. Non si preoccupi. È stato davvero gentile, non la ringrazierò mai abbastanza.»
   «Vuole che l’accompagno a casa? Se mi dice dove abita posso -»
   «No, non ce n’è bisogno, davvero. No grazie, davvero. Io non… Non sto tornando a casa a dir la verità.» Con una mano si scostò una ciocca di capelli biondi.
   «Oh, e dove va allora?»
   «Io… io…» Gli occhi le erano ritornati lucidi. «È proprio questo il punto. Io… io non lo so dove sto andando.» Le lacrime ricominciarono a scendere sulle sue guance arrossate. «Cioè, so dove vorrei andare, ma non so quale autobus devo prendere» gemette piano.
   «Oh… Capisco. Ehm…» Si grattò la nuca, confuso. «Non ha mai pensato di chiedere un’informazione a qualcuno?»
   «Io… veramente…» Lo guardò stupita. «Sa che forse ha ragione?»
   «Vedrà, prima o poi riuscirà a trovare la strada giusta.»

Troppo, davvero troppo traffico

«Pronto, Oliver? Sono Karen. Sì. Guarda, c’è stato un contrattempo. Adesso sono in taxi, e… Sì, dovevo prendere il treno. Sì, infatti. Sì, quello che partiva due ore fa. Sì, avevo preso il biglietto in anticipo. Sì, avevano solo i biglietti di prima classe. Sì, quelli che costano di più. Sì, sono soldi buttati, lo so. Sì, mezzo stipendio… Ok, ok, Oliver, ascolta, senti, non ho tutto il giorno e mi si scarica la scheda del cellulare. Come ti ho detto sono in taxi, ma c’è traffico e non sono riuscita a prendere il treno. No, non c’erano altri treni. No. E quindi non riuscirò ad arrivare in tempo. No. Sì, certo che mi dispiace. Lo sai che ci tengo. No. Sì. Ecco. Appena torno a casa vedo se riesco… Sì, il primo treno che trovo. Poi ti faccio sapere, così ti dico l’orario di arrivo. Grazie. Ah, Oliver, puoi avvertire Jason, al Centro, che per domani non ci son-.» Era caduta la linea. Credito terminato. «Maledetta Balena grigia.»
   «Che le dicevo?» Il tassista le sorrise dallo specchietto. «La vita è ingiusta, signorina, la vita è ingiusta.»

L’angolo della posta: Caro Leonard

Caro Leonard, ti scrivo per farti sapere che sto bene. Spero che tu abbia ricevuto la mia lettera.
    Qui le cose non sono cambiate molto. La casa è ancora un continuo bisbiglìo. Una mattina ho sentito qualcuno che parlava in cucina, ma quando sono scesa non c’era nessuno. E stamattina, mentre facevo colazione, ho udito distintamente dei passi al piano di sopra. Non so, forse mi sono immaginata tutto. Forse è la mia inquietudine, che si riversa in ciò che mi circonda. Comunque sto bene.
    Ho finalmente preso una risoluzione definitiva. Ho deciso di iniziare da domani i lavori per sistemare questa enorme e vecchia casa. Sono stanca della polvere e del disordine, sono stanca delle porte che cigolano e del pavimento che scricchiola. Pian piano rimetterò le cose a posto. La casa. Ho già in mente un’idea magnifica per il giardino. Ti terrò aggiornato.
    Un saluto, Virginia.
    P.S: Rispondimi, se non ti è troppo di disturbo.

Nessun commento:

Posta un commento