La nuova frontiera
della scrittura
Aveva un’idea. Un’idea per un nuovo libro. Forse sarebbe
stato meglio dire che un’idea aveva
lui. Ma torniamo a noi. Aveva un’idea, un’idea per un libro fantasy. Per una trilogia fantasy. Non era uno dei sui
generi preferiti, non era un genere che conosceva particolarmente, non era il
suo genere e basta. Ma che importa, avrebbe scritto qualcosa che nessuno mai
aveva scritto, ci avrebbero tratto un film, o magari una serie di film. Una trilogia
di serie di film. Avrebbe raggiunto l’olimpo del successo.
Vasca
Plic. Plic. Il rubinetto della vasca perdeva. Avrebbe dovuto
farlo riparare. Aprì gli occhi. Il soffitto la osservava di rimando, muto e
bianco. La sottile lama di luce che partiva dalla finestra squadrata alla sua
sinistra illuminava una macchia di muffa verdina nell’angolo più lontano.
Dannata umidità. Ora avrebbe dovuto pensare anche a quello. Distesele gambe nel
tepore della vasca, in un leggero sciacquio. Isole di schiuma costellavano la
superficie, si incontravano e si scontravano senza fine. Richiuse gli occhi e
si abbandonò ai ricordi del passato.
La nuova frontiera
del fantasy
Una minaccia antica e terribile, un nemico oscuro e
malvagio, un gruppo di eroi eletti e puri, un potente e saggio mago dalla barba
bianca, un viaggio difficile e interminabile, pagine e pagine di
particolareggiate descrizioni paesaggistiche di dubbia utilità. Non serviva
altro. Avrebbe rivoluzionato un genere, avrebbe creato ciò che nessuno aveva mai
nemmeno osato concepire. Tutto ciò di cui aveva bisogno era un titolo. Un
titolo potente, d’impatto. Un titolo altisonante, indimenticabile, esotico. Le
Cronache… La Leggenda… Le Cronache della
Leggenda delle Guerre di Lènvrakul. Perfetto. Iniziò a scrivere, con tutta
l’incommensurabile epicità e la soave immaginazione di cui era capace.
Un bianco
interminabile verso la salvezza
Ecco, l'uscita, pensò Frank. La vedeva, ora, laggiù
all'orizzonte: un puntino luminoso a forma di uscita di aeroporto. Si incamminò
in quella direzione, lungo il corridoio bianco interminabile, cercando di
contenere il sollievo.
La nuova frontiera
degli incipit: Le Cronache della Leggenda delle Guerre di Lènvrakul
Ersalon il Saggio esordì: « Tutti voi siete a conoscenza del
motivo per cui siamo riuniti qui oggi. Ma per maggior chiarezza è meglio se
facciamo un attimo il punto della situazione. In un tempo remoto, alla fine
della Trentatreesima Era E Mezza, dopo lunghissimi secoli di pace e serenità,
la Terra di Lato conobbe la terribile devastazione della guerra. Il Malvagio
Signore Oscuro delle Malvage Terre di Mortor marciò con le armate delle forze
del Male, e grazie agli antichi poteri che aveva risvegliato dai profondi
recessi del Monte Krator, imperversò sulle povere genti della Terra di Lato. »
Caro
Leonard
Caro
Leonard, ti scrivo per farti sapere che sto bene. Sono sicura che anche tu stai
bene, anche se non ti fai sentire.
È passato un po’ di tempo dall’ultima
lettera. Non me la sono sentita di scriverti, per non disturbarti, ma poi…
Sentivo davvero la necessità di parlarti. Sono sicura che leggi con attenzione
e con affetto tutte le lettere che ti mando, anche se non rispondi.
Evidentemente sei troppo impegnato, e lo capisco.
I lavori procedono, anche se più lentamente
di quel che pensavo. Sembrava facile, ma appena spostata una cassa, appena
sbattuto un tappeto, appena spolverata una credenza, un nuovo angolo di
disordine viene allo scoperto. Mi sento come un’esploratrice nel bel mezzo di
qualche sperduta foresta pluviale, o come una minatrice che scava un tunnel
infinito alla ricerca di diamanti. Quando ho provato a pulire il caminetto sono
stata letteralmente ricoperta da una montagna di cenere. E allora sì che parevo
appena uscita da una qualche miniera dopo anni di scavi. Ma per fortuna ora c’è
Septimus ad aiutarmi. Non so se te ne avevo parlato prima, di Septimus, del
fantasma, in qualche lettera che ti ho scritto, ma mi sembra di sì. È davvero
gentile, e spesso mi tiene compagnia.
A presto, Virginia.
P.S: Ti prego, non rispondere alle mie
lettere. Lo so che ti ruberebbe soltanto del tempo. Io comunque continuerò a
scriverti, per tenerti aggiornato su come procedono i lavori.
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