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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

venerdì 29 gennaio 2016

#29 | Un bianco interminabile verso la salvezza.


La nuova frontiera della scrittura

Aveva un’idea. Un’idea per un nuovo libro. Forse sarebbe stato meglio dire che un’idea aveva lui. Ma torniamo a noi. Aveva un’idea, un’idea per un libro fantasy. Per una trilogia fantasy. Non era uno dei sui generi preferiti, non era un genere che conosceva particolarmente, non era il suo genere e basta. Ma che importa, avrebbe scritto qualcosa che nessuno mai aveva scritto, ci avrebbero tratto un film, o magari una serie di film. Una trilogia di serie di film. Avrebbe raggiunto l’olimpo del successo.

Vasca

Plic. Plic. Il rubinetto della vasca perdeva. Avrebbe dovuto farlo riparare. Aprì gli occhi. Il soffitto la osservava di rimando, muto e bianco. La sottile lama di luce che partiva dalla finestra squadrata alla sua sinistra illuminava una macchia di muffa verdina nell’angolo più lontano. Dannata umidità. Ora avrebbe dovuto pensare anche a quello. Distesele gambe nel tepore della vasca, in un leggero sciacquio. Isole di schiuma costellavano la superficie, si incontravano e si scontravano senza fine. Richiuse gli occhi e si abbandonò ai ricordi del passato.

La nuova frontiera del fantasy

Una minaccia antica e terribile, un nemico oscuro e malvagio, un gruppo di eroi eletti e puri, un potente e saggio mago dalla barba bianca, un viaggio difficile e interminabile, pagine e pagine di particolareggiate descrizioni paesaggistiche di dubbia utilità. Non serviva altro. Avrebbe rivoluzionato un genere, avrebbe creato ciò che nessuno aveva mai nemmeno osato concepire. Tutto ciò di cui aveva bisogno era un titolo. Un titolo potente, d’impatto. Un titolo altisonante, indimenticabile, esotico. Le Cronache… La Leggenda… Le Cronache della Leggenda delle Guerre di Lènvrakul. Perfetto. Iniziò a scrivere, con tutta l’incommensurabile epicità e la soave immaginazione di cui era capace.

Un bianco interminabile verso la salvezza

Ecco, l'uscita, pensò Frank. La vedeva, ora, laggiù all'orizzonte: un puntino luminoso a forma di uscita di aeroporto. Si incamminò in quella direzione, lungo il corridoio bianco interminabile, cercando di contenere il sollievo.

La nuova frontiera degli incipit: Le Cronache della Leggenda delle Guerre di Lènvrakul

Ersalon il Saggio esordì: « Tutti voi siete a conoscenza del motivo per cui siamo riuniti qui oggi. Ma per maggior chiarezza è meglio se facciamo un attimo il punto della situazione. In un tempo remoto, alla fine della Trentatreesima Era E Mezza, dopo lunghissimi secoli di pace e serenità, la Terra di Lato conobbe la terribile devastazione della guerra. Il Malvagio Signore Oscuro delle Malvage Terre di Mortor marciò con le armate delle forze del Male, e grazie agli antichi poteri che aveva risvegliato dai profondi recessi del Monte Krator, imperversò sulle povere genti della Terra di Lato. »

Caro Leonard

Caro Leonard, ti scrivo per farti sapere che sto bene. Sono sicura che anche tu stai bene, anche se non ti fai sentire.
    È passato un po’ di tempo dall’ultima lettera. Non me la sono sentita di scriverti, per non disturbarti, ma poi… Sentivo davvero la necessità di parlarti. Sono sicura che leggi con attenzione e con affetto tutte le lettere che ti mando, anche se non rispondi. Evidentemente sei troppo impegnato, e lo capisco.
    I lavori procedono, anche se più lentamente di quel che pensavo. Sembrava facile, ma appena spostata una cassa, appena sbattuto un tappeto, appena spolverata una credenza, un nuovo angolo di disordine viene allo scoperto. Mi sento come un’esploratrice nel bel mezzo di qualche sperduta foresta pluviale, o come una minatrice che scava un tunnel infinito alla ricerca di diamanti. Quando ho provato a pulire il caminetto sono stata letteralmente ricoperta da una montagna di cenere. E allora sì che parevo appena uscita da una qualche miniera dopo anni di scavi. Ma per fortuna ora c’è Septimus ad aiutarmi. Non so se te ne avevo parlato prima, di Septimus, del fantasma, in qualche lettera che ti ho scritto, ma mi sembra di sì. È davvero gentile, e spesso mi tiene compagnia.
    A presto, Virginia.
    P.S: Ti prego, non rispondere alle mie lettere. Lo so che ti ruberebbe soltanto del tempo. Io comunque continuerò a scriverti, per tenerti aggiornato su come procedono i lavori.

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