nica speranza per tutti i popoli della Terra di Lato era il Braccialetto Magico di
Lènvrakul, che avrebbe fatto ripiombare il temuto Signore Oscuro delle Malvage
Terre di Mortor nella tenebra da cui era
riemerso. Ma il Braccialetto Magico di Lènvrakul era andato perduto durante
l’Ultima Battaglia che gli Elfi avevano combattuto contro il Malvagio, e se ne
era persa ogni traccia.
Fu così che ogni popolo delle Ottantotto Terre
Libere di Lènvrakul elesse un proprio eroe, scelto fra i migliori guerrieri e
maghi, per formare la Compagnia degli Eroi di Lènvrakul, inviata nelle
pericolose e ostili Malvage Terre di Mortor per recuperare il Braccialetto.
Ne
faceva parte Kullaren il Grande, eroe dei Nani delle Terre Basse, e poi
Gildaron il Barbaro, cacciatore scelto degli uomini delle Terre Alte,
Adrelinnanenndereliyutyren la Bella, il più potente arciere degli Elfi delle
Foreste di Łaedrelynnüldraeylännölunne-kyltahdkletrr’Çeliondragoskalydratuïnol, ma anche Stumpetto Gardostande, guida dei boschi degli
Gnomi delle Terre di Sotto, e Martolotto Averroè di Marstalòndragon dei Giganti
delle Terre Medie, e Margarot Ukran Trostemidolon, decimo druido della Saggia
Confraternita dei Druidi di Gileandor delle Terre di Lènvrakul, e il più
potente mago che il mondo abbia mai conosciuto: Ursalot Barbagallo di
Mastreondureffopino, Mago Supremo dell’Altissimo Concilio Eletto dei Maghi
Supremi delle Supreme Terre di Sopra.
Ottantotto guerrieri erano stati scelti
per l’ardua missione, uno per ognuna delle Ottantotto Terre Libere di
Lènvrakul. Erano guidati dal Prescelto fra i Prescelti, il Predestinato,
l’Eletto degli Eletti, il Consacrato degli Eroi dell’Alba Amara di Lènvrakul,
il Discepolo dell’Oracolo del Tempio della Fortezza di Lenvraknak Al Mare,
Colui-Che-Secondo-La-Profezia-Del-Profeta-Di-Lènvrakkaldern-Salverà-Le-Ottantotto-Terre-Libere-Di-Lènvrakul-Dal-Malvagio-Signore-Oscuro-Delle-Malvage-Terre-Di-Mortor:
Bindragolf Saltalopicchio Spirintelloppo Della Pigna. Detto Pigna. Nessuno dei Prodi Ottantotto aveva fatto
ritorno.
La speranza aveva abbandonato gli
Ottantotto Popoli Liberi delle Terre di Lènvrakul. Chi salverà gli eroi che
avrebbero dovuto salvare il mondo dal temibile Signore Oscuro delle Malvage
Terre di Mortor?
Forse abbiamo bisogno di un nuovo eroe.»
Alastor il Saggio della Torre Bianca di
Lènvrakul intervenne, con voce stentorea: «Tristi parole, mio saggio amico. Signori
dell’Assemblea degli Ottantotto qui riunita, come ci ha appena ricordato in
modo conciso Ersalon, la situazione è grave, molto grave.»
Cupi mormorii percorsero l’ampia sala
circolare.
«Il tempo ci è nemico, e ahimè saremo
presto costretti a sottometterci al Malvagio Signore Oscuro delle Malvage Terre
di Mortor, se non troviamo al più presto una soluzione. E in fretta.»
«Che cosa proponi, Saggio della Torre
Bianca di Lènvrakul? Qual è il tuo consiglio?» A parlare era stato il giovane
Kirdalon, Cavaliere delle Terre Inferiori.
«Il mio consiglio è di chiedere all’Oracolo
di Lèvrakkedolrn di indicarci un nuovo Eroe degli Eroi. Che si formi una nuova
Compagnia, per il salvataggio dell’originaria Compagnia degli Ottantotto.»
«Dici bene, vecchio Saggio della Torre
Bianca di Lènvrakul» approvò il re della Nazione dell’Est Lontano, Barbaron
della Spadaspezzata. «Solo gli Ottantotto sono in grado di trovare il
Braccialetto Magico.»
«Quindi, fatemi capire: il piano sarebbe
quello di formare una nuova Compagnia di Eroi, da inviare per recuperare la
prima Compagnia degli Eroi di Lènvrakul, inviata per recuperare il Braccialetto
Magico di Lènvrakul, necessario per sconfiggere il Malvagio Signore Oscuro
delle Malvage Terre di Mortor, che è ritornato dall’abisso in cui gli Elfi lo
avevano relegato secoli or sono al termine della Prima Guerra?»
«Vedo che non ti sfugge proprio nulla, mio
simpatico Tartaron dei Nani Baffuti», replicò sarcastico il Principe degli Elfi
Jadraelynnenndralynnadrenlutvir il Vezzoso.
«Dannati Elfi. Sempre a fare dell’ironia,
quando invece non c’è proprio niente da ridere!» replicò piccato il nano. «Qui
non c’è un minuto da perdere! Offro i miei guerrieri più fidati per…»
«Oh, orrore orrore orrore». Jadraelynnenndralynnadrenlutvir
il Vezzoso passò una mano affusolata fra i capelli d’argento. «Se soltanto dei
Nani faranno parte della Nuova Compagnia, non contate sulla presenza dei miei
valorosi Elfi.»
«Come ti permetti, damerino da strapazzo!»
Le guance di Tartaron erano rosse per l’ira.
«Ti ricordo che l’ultima volta che dei Nani
hanno fatto parte di una Compagnia, l’impresa è fallita miseramente, nonostante
fossero stati inviati i migliori Eroi delle Ottantotto Terre Libere. Una
coincidenza? Io non credo…» replicò serafico il nobile elfo, fingendo di pulirsi
un’unghia perfetta.
«Cosa stai insinuando, brutto pezzo di
ster…»
«Signori, ora basta» intervenne imperioso
Pirdenon, il Ventiquattresimo dei Ventisette Sapienti della Torre Violacea.
«Non siamo qui per litigare. Dobbiamo decidere su chi scaricare la
responsabilità di salvare il mondo intero dalla più totale distruzione: non è
il momento per azzuffarsi.»
L’Assemblea tacque, sbigottita dalla piega
che stavano assumendo gli eventi.
«Dunque, tutti sono d’accordo sulla
proposta di una nuova Compagnia?»
Mormorii d’assenso percorsero la sala.
«Ebbene, si proceda. Che entri l’Oracolo.»
Pesanti porte d’acciaio si schiusero
cigolando sui cardini arrugginiti dal tempo e dall’umidità, strisciando sul
pavimento di pietra, perfettamente liscio.
Fece il suo ingresso un vecchio dalla barba
bianca, vestito di stracci e pelli: si sosteneva con un bastone sottile, fatto
di legno di quercia della Valle Ridente del Sud, su cui erano incisi i versi
del Poema di Sirgido e Almalut, gli eroi che uccisero il drago della Torre Rosa
di Ekenol.
Quando fu giunto al centro della vasta
sala, il vecchio protese le mani davanti a sé e pronunciò parole
incomprensibili, antiche come il mondo, potenti come la luce di un fulmine,
rombanti come il tuono della tempesta estiva che coglie i viaggiatori
sprovveduti delle Pianure Meridionali di Peldragor di sorpresa.
Poi l’Oracolo parlò, con voce solenne: «Il
nuovo Prescelto sarà l’Ottantottesimo figlio dell’Ottantottesimo figlio della
discendenza di Uzralot l’Invincibile,
Colui-Che-Sconfisse-Il-Potere-Della-Strega-Di-Pirradorl. Dimora nel tranquillo
villaggio di Maegredorn, ad ovest delle Verdi Valli di Mirganerd, un poco più a
sud delle Paludi Allegre di Mearrgaernd. Il suo nome è Timothy.»
L’Assemblea proruppe in mormorii sorpresi.
«Qual è il suo titolo di guerriero?»,
chiese qualcuno.
«Timothy e basta. Non è un guerriero, bensì
un umile servitore di una locanda.»
«Dannazione, vecchio. Stai insinuando che
la salvezza del mondo è nelle mani di uno sguattero sprovveduto?» proruppe
Tartaron, incapace di trattenersi.
«Tieni a freno la lingua, nano. È con il
Grande Oracolo che stai parlando», lo redarguì il Vezzoso, Principe degli Elfi.
«Sprovveduto e orfano, temo» continuò
l’Oracolo. «Ma il destino a volte è bizzarro e inaspettato, e noi non possiamo
fare altro che sottometterci impotenti alla volontà del Fato, pregando gli dèi
che ce la mandino buona.»
«Sagge parole, o Grande Oracolo» lo lodò
Jadraelynnenndralynnadrenlutvir. «E cosa ci puoi dire della Compagnia che egli
guiderà?»
«La Compagnia sarà formata da quattro,
poiché solo quattro può sconfiggere un altro quattro, l’ultimo dei cento anni e
quattro che il Malvagio è rimasto imprigionato. E come quattro lo ha liberato,
così quattro sarà la sua rovina, poiché la somma doppia di quattro è otto.»
L’assemblea pendeva dalla bocca
dell’Oracolo.
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