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"In un presente non troppo lontano, una caccia spietata ha portato la Balena grigia sull'orlo dell'estinzione. Forse esiste ancora una speranza: l'ultima Balena. Toccherà a Frank, Karen, al vecchio Inyoshedo e ad altri inaspettati eroi il compito di salvarla. Riusciranno nell'impresa?"

martedì 9 agosto 2016

IV. La Sacra Radura.


l tempo passava, ma del giovane Tim non v'era ancora traccia.
«Diamine, dov’è finito quel maledetto moccioso, umile orfano figlio di oste?»
«Eccomi, Santalf, o potente e vecchio saggio dalla barba bianca e dalla pipa possente!» si udì fiocamente in lontananza. Era la voce del giovane Tim, umile figlio di oste, che si dirigeva verso l’alta figura ammantata di grigio del vecchio e saggio druido. Lo seguiva a breve distanza un cespuglio di rose, con cipiglio fiero e ansiti d’affanno.
    «Oh, finalmente» proruppe il vecchio saggio nel momento fatidico in cui il giovane Tim umile figlio di oste gli si fu appropinquato, assieme al tenero cespuglio verde. «Non vedo il tuo fidato tirapiedi, Tim» osservò acutamente il vecchio e saggio mago, cui non sfuggiva nulla.
    «Oh, no, mio saggio e vecchio amico. È qui con me» disse Tim, indicando il cespuglio alle sue spalle, che ondeggiava frusciante nella brezza. «Ha preferito celare il suo aspetto per non esser scorto, in modo da poter scampare il malvagio sguardo del nemico oscuro e terrificante.»
    «Quale astuzia, mio giovane giardiniere gentile», lo apostrofò Santalf sbalordito, «avete tratto in inganno persino me, vecchio e saggio mago! Diavolacci! Sicuramente non verrete mai scorto dall’ignobile forza nemica.»
    Il cespuglio grugnì un ringraziamento, accennando una riverenza.   
«Bene! Or’ dunque che siete qui giunti, posso presentarvi la coraggiosa Compagnia che vi accompagnerà in questa campagna disperata» disse con tono grave e solenne, arricciando le sopracciglia in un profilo nobile, che rivelava tutta l’autenticità delle sue origini druidiche, tramandate di generazione in generazione dalla casta setta dei druidi. «È meglio se manteniamo la segretezza il più a lungo possibile» aggiunse. «È l’unico vantaggio che possiamo sperare di avere sul Malvagio Signore Oscuro, oltre al puro caso fortuito. Per questo dobbiamo allontanarci da occhi indiscreti e da orecchie malandrine. Seguitemi nella radura segreta dei druidi, a pochi minuti di cammino dal villaggio.»
    I tre improvvisati compagni si incamminarono, dunque, verso la segreta radura dei druidi, poco distante dal villaggio, ma talmente protetta da arcani sortilegi e misteriose mistificazioni che risultava talvolta difficile persino agli stessi druidi l’accesso alla segreta radura.
    E infatti ci volle un’intera mezza giornata di marcia nel fitto bosco, perché la loro saggia guida si ricordasse il Contro-Sortilegio Contro La Perdizione Eterna Del Viandante, che secoli or’ sono era stato lanciato dal potentissimo Druido Supremo Dei Druidi Maggiori, conosciuto anche come Larry, le cui origini si perdono nella notte dei tempi (qualcuno mormora fosse nato come umile orfano figlio di oste), che aveva tenuto lontano dalla sacra ed eterna radura dei druidi le brutture della guerra.
    «Ach-bjakar Travek Inusitate!» esclamò Santalf, arrestandosi in mezzo al sentiero che portava direttamente alla radura.
    «Salute!» gli augurò Sent, da dentro il suo cespuglio di rose.
    «Salute» gli fece eco il giovane Tim, umile orfano figlio di oste.
    «Silenzio, sciocchi! Questa è la parola d’ordine per accedere alla segreta radura dei druidi, in cui nessun mortale prima d’ora ha mai messo piede, con l’eccezione della Novantanovesima Armata dei Mortali e di mio cugino Abigheil. Ma non perdiamo tempo! Il passaggio rimane aperto solo per pochissimi istanti!»
    I tre si affrettarono a procedere lungo il sentiero. Poco dopo udirono alle loro spalle il sonoro POP di un portale magico che si richiudeva.

   
    La sacra radura dei druidi non era come Tim se la sarebbe potuta aspettare. Ma su questo non possiamo soffermarci troppo, perché il tempo incalza, la missione deve iniziare, e Tim in realtà non ebbe nemmeno il tempo per osservare bene la sacra radura e per notare come non corrispondesse affatto alla sua personale idea di come una sacra ed eterna radura dei druidi dovrebbe apparire.
    «Eccoci, masnada di manigoldi!» proruppe Santalf.
    Dei brutti ceffi alzarono lo sguardo al suo saluto. Erano in quattro. E mezzo.
    Due bestioni dalle trecce bionde, elmo vichingo in testa e grugno di chi non capisce bene cosa sta succedendo ma è pronto a picchiare a sangue chiunque gli capiti per le mani; un vecchio rachitico dalle ginocchia storte, con la barba bianca e rada, calvo, un dente sporgente quanto gli occhi acquosi, con al seguito una magrissima capra bianca tricornuta; un massiccio guerriero dalla corta barba nera e dallo sguardo astuto, armato di un pesante spadone; infine un nano tozzo e brutto, munito di ascia d’ordinanza (più alta di lui di un buon braccio) ed elmo tempestato di rubini finti.
    «Dunque dunque, qui abbiamo: lo Sparviero Nero,» Santalf indicò il guerriero con lo spadone, «che è a capo di questa  combriccola di malnati e uno dei più pericolosi combattenti che io conosca; Krug e Kreg, i due gemelli dal Freddo Nord, la cui intelligenza non è esattamente il pregio maggiore; Gravon lo Sprezzante, il nano dall’aria sprezzante laggiù; e infine Harold con l’inseparabile Birga» concluse con fare teatrale, indicando il vecchio bavoso e la capra mutante.
    Il guerriero grugnì un saluto, i due bestioni nordici se ne stettero in silenzio ebete, il vecchio belò assieme alla capra. Il nano si accarezzò la barba e sputò a terra con fare sprezzante.
    «Masnada: Tim e Sent. Tim e Sent: masnada.»
    «Buona giornata» bisbigliò il timoroso Tim.
    «Ehi» tentò l’intraprendente Sent.
    «Ora che siamo nella sacra radura, al riparo da orecchi indiscreti, posso spiegarvi nei dettagli come si articolerà il complesso piano che ho ideato questa notte mentre dormivo» esclamò entusiasta il vecchio druido. «Dunque, questa non è, in effetti, la vera Compagnia destinata ad accompagnarvi nel vostro viaggio. Questa è la Masnada Preliminare, o Masnada Provvisoria che dir si voglia, incaricata di portarvi sani e salvi a Temitoclan, a sud-est, e da lì raggiungere la Valle di Turpiden, a nord, ed Eppendelf, la città nascosta degli Elfi, passando dalla temibile Palude della Periodica Perdizione per seminare eventuali inseguitori. Il tutto dovrebbe richiedere, diciamo, un mese circa di cammino, di cui tre settimane solo per la Plaude. È davvero un postaccio, quella palude. Non augurerei a nessuno di passarci un solo minuto, ah ha!» proruppe Santalf, in un’allegra e gioconda risata.
    «E allora perché, mio saggio e astuto Santalf, dobbiamo attraversare la Palude? Ma soprattutto perché allungare così tanto la strada? Non potremmo semplicemente dirigerci direttamente a nord vero Eppendelf, che dista da qui due soli giorni di cammino?»
    «Diavolacci, Tim! Ci sarà un motivo, se sono io a deciderlo! Non credi?!» sbottò risentito Santalf. «Forse che dubiti del mio ingegno druidico?»
    «Non oserei mai, mio caro vecchio e saggio Santalf, e lo sai bene. Mi chiedevo soltanto il motivo di tale tortuoso ed errabondo itinerario.»
    «Orbene, è molto semplice! Il percorso diretto per Eppendelf attraversa la Verde Pianura Ridente: come puoi immaginare, una distesa piatta per miglia e miglia non offre alcuna possibilità di riparo alla vista. Sarebbe troppo facile per gli emissari del potente e malvagio Signore dell’Ombra individuarvi nella vostra spensierata marcia, e non possiamo assolutamente correre questo rischio. Seguendo un percorso più accidentato, nonostante la maggior difficoltà di avanzamento, sarà più facile occultare le vostre tracce e confondere eventuali inseguitori. Inoltre il dirigervi nella direzione opposta confonderà ancor di più il nemico sulla vera meta del viaggio. Che ne dici ora? Non è una brillante idea?»
    «Hai ragione, Santalf. Ho sbagliato completamente a non riporre la mia fiducia in te. Devo ricordarmi di avere sempre fiducia in te, senza mai riflettere.»
    «Mi dai la tua parola, mio giovane Tim? Potrebbe arrivare un momento, chissà, magari fra molto tempo, magari quando si avvicinerà la conclusione di quest’avventura, diciamo verso pagina 984, magari in un momento cruciale per la salvezza del mondo intero e di tutte le sue genti, in cui dovrai fidarti di me, anche se non ti sembrerà affatto la cosa giusta da fare. Avrai anche allora fiducia in me?»
    «D’ora in poi riporrò in te una cieca fiducia, mio caro e vecchio amico, lo giuro. Hai la mia parola di umile orfano figlio di oste.»
    «E sia.» Santalf sembrava ora molto più sollevato. «Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, già, la missione per salvare il mondo. Come dicevo, arriverete ad Eppendelf. Là troverete ristoro dalle terribili privazioni che avrete incontrato nella Palude: il caldo torrido, le sanguisughe e le zanzare rosse, i vapori mefitici delle sorgenti termali velenose, i gemiti acuti delle anime che ancora vagano nella Palude dopo la morte in cerca della salvezza.»
    Il cespuglio di rose deglutì pesantemente.
    «Ma non temete. Io vi accompagnerò col pensiero!, standomene tranquillo e beato ad aspettarvi, ben lontano dal pericolo, s’intende» sorrise Santalf rassicurandoli. «Una volta ristorati, incontrerete la Vera Compagnia, che là avrò riunito nel frattempo. Sarà allora che inizierà il lungo viaggio verso le terribili Malvage Terre di Mortor. È tutto chiaro?»
    «Una domanda, vecchio.» Era stato il guerriero con lo spadone a parlare. «Quando avremo il compenso pattuito?»
    «Se - voglio dire - quando riemergerete dalle nebbie della Palude avrete il compenso che vi ho promesso. Non temere, Sparviero, il vecchio Santalf tiene sempre fede alle sue promesse.»
    Il possente guerriero annuì e tacque, ma non levò lo sguardo dal druido, in una muta sebbene palese ostilità.
    «Ed ora definiamo gli ultimi importantissimi e cruciali dettagli del viaggio.»
    A quel punto Tim si sentì assalire da una profonda stanchezza: la lunga camminata nel bosco lo aveva provato profondamente. Le palpebre gli si fecero pesanti e cadde addormentato, non riuscendo ad assistere al resto della discussione.


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