Lo scrittore
Accese il laptop alla sua scrivania; fuori la
notte inscuriva tremendamente. Si sistemò gli occhiali con un dito, aprì un
nuovo documento di testo, e prima di iniziare a scrivere assaporò un sorso di
caffè bollente dalla tazza fumante.
Iniziò a
battere sulla tastiera, con tutta la terribile drasticità e la consistente indifferenza
di cui disponeva.
Caro Leonard
Caro
Leonard, ti scrivo per farti sapere che sto bene. La nuova casa è grande e
spaziosa, e dopo che l’avrò sistemata sarà perfetta. Forse però è un po’ troppo
grande per una persona sola.
Ma io… Non sono sola. Non del tutto, non
proprio, non completamente. E non sono soltanto le voci nella mia testa, a
rincorrersi sibilline, enigmatiche, sofferenti. Le voci dalle quali sono in
fuga da tempo, come ben sai. Sono le voci fuori! Là fuori! Laggiù in cantina,
nei cespugli di rododendro in giardino, dietro l’anta dello sgabuzzino delle
scope… Mi rincorrono, mi sussurrano, mi… Mi vergogno a dirlo, ma mi spaventano.
Ebbene, mio caro Leonard, devi sapere che
mi sono tormentata a lungo prima di decidermi a scriverti. Non volevo essere
causa di ulteriori preoccupazioni per te, oltre a quelle che già ti derivano
dal tuo lavoro e quelle che ti causa il mio stato di salute cagionevole. Non
sapevo che fare. Dopo che ho scorto quel lenzuolo bianco vagare per casa con
uno strascico di catene al seguito, ho pensato che forse era il caso di
avvertirti.
Lo scrivere
“…
drammaticamente incongruo incognito, era sembrata sul punto di perders
cadere nel buio nella tenebra del nulla, quel nulla" … "fatto di niente,
in cui non c’è esiste altro che la suprema a-“
Smise per un istante di battere
furiosamente sulla tastiera fumante. Com’era quella parola? Ab… Abb…
Abdicazione. Abbreviazione. Ab. Abbecedario. No. Ab… Abnegazione!
“… che la suprema abnegazione”
No, suonava
male.
Mm… Oh,
che disperazione. Disperazione!
“… che la suprema disperazione…”
Caro
Leonard/2
Ma ti
ripeto, io sto bene. Non darti troppa pena per me, forse non me lo merito. Non
dopo quello che hai passato per causa mia. Non dimenticherò mai la tua fermezza
e il tuo coraggio, e per ciò te ne sono grata.
Comunque scriverti mi ha fatto bene, mi
sento già più sollevata. Era da settimane, ormai, che non prendevo in mano una
penna. Sai, troppe inquietudini, troppi rimorsi ancora da lenire. Ma pian piano
ritrovo la voglia di scrivere. Forse una storia sta nascendo, dai tumulti
infiniti dei miei pensieri.
Rispondimi, se puoi. Tua, Virginia.
Lo scritto
Nessun commento:
Posta un commento